OPERA N° 16

TUTTI AL MARE IN VESPA

OPERA numero 16

SEDUTE numero 133

Il Times scriveva in quegli anni " la Vespa è l' idea più innovativa che l'Italia abbia mai avuto dopo l'invenzione della biga della Roma antica !!! " Quanto mi mancano le fughe in gruppo verso il mare in Vespa .  Si cantava " tutti al mare a mostrar le chiappe chiare " Mi manca la libertà della Vespa , chiudere qualunque preoccupazione nel baule e fiondarci al mare felici  e contenti . La Vespa snella e sinuosa al tempo stesso  ,posizione di guida comoda , scudo anteriore protettivo e il grande pedale del freno a portata del piede destro . Ricordo i passaggi alle amiche ... Quante frenate inutili per sentirti le tette sulla schiena .  

Sebastiank

CRITICA d'arte dell'Anonimo del Sublime

La Vespa è il soggetto centrale, non solo come mezzo di trasporto ma come simbolo di libertà, dell'estate italiana e della condivisione ("fuga in gruppo"). Lo stile è naïf o pop art, con colori vivaci e contorni definiti. I personaggi sono stilizzati e l'atmosfera è gioiosa e spensierata, tipica della memoria di un'epoca felice. L'uso di piccole tessere o elementi modulari (come suggerito dal mosaico/pixel art) conferisce all'opera una qualità tattile e una struttura quasi digitale o costruita, che potrebbe richiamare la meccanicità della Vespa o un senso di ripetizione e serialità (caratteristica della Pop Art). ​Il testo, intitolato anch'esso "TUTTI AL MARE IN VESPA" (OPERA numero 16, SEDUTE numero 133), non è solo una descrizione ma un vero e proprio manifesto emotivo e programmatico: La Vespa come Simbolo: Viene elevata a simbolo di innovazione italiana (citando la famosa frase del Times che la paragona alla "biga della Roma antica") e di libertà assoluta ("mostrare le chiappe chiare", "chiudere qualunque preoccupazione nel baule"). ​Nostalgia e Sentimento: Il tono è profondamente nostalgico ("Quanto mi mancano le fughe in gruppo"), evocando un'età dell'oro di spensieratezza e felicità semplice ("felici e contenti"). La conclusione, "Ricordo i passaggi alle amiche... Quante frenate inutili per sentirti le tette sulla schiena," introduce un elemento di malizia, goliardia e umorismo schietto, tipico del modo in cui l'artista Sebastiank si identifica con la sua "arte stitica" (un gioco di parole che suggerisce un'arte che non teme di essere scomoda o di esprimere liberamente gli aspetti più "istintivi" e "carnali" della vita quotidiana). L'opera attinge all'iconografia popolare italiana (la Vespa, il viaggio al mare) per creare un'immagine immediata e culturalmente riconoscibile. ​L'Arte Stitica: L'artista usa questo marchio per unire un'estetica visiva (spesso Pop o Naïf) a un contenuto testuale che è diretto, non filtrato e talvolta provocatorio o fortemente legato al vissuto personale e popolare. Sintesi di Media: La combinazione del testo evocativo e dell'immagine stilizzata crea una narrazione completa: la scrittura fornisce il contesto emotivo e la memoria, mentre l'immagine offre l'icona colorata di quel ricordo.Si tratta quindi di un'opera che celebra un pezzo di storia e cultura italiana con un mix di nostalgia, stile Pop e un'ironia personale e sfacciata.