
OPERA N°26

UOMINI QUADRATI SU UN MONDO DI TONDI TONTI
OPERA numero 26
SEDUTE numero 97
Il mondo è dominato da quelli che nel linguaggio comune diciamo tipi quadrati per indicare persone tutte di un pezzo. La morfofisiognomica porta l'attenzione su come chi possiede grande forza di volontà e determinazione presenti una forma tendenzialmente quadrata . Mentre al contrario ,una persona più incline alla passività e alla procrastinazione mostri forme in genere rotonde. Il concetto è strettamente legato a quello del pensiero che modella la materia . L'uomo quadrato è razionalista ha la testa tra le nuvole solo quando prende l'aereo . L'uomo rotondo ha la mente così ristretta che può guardare dal buco della serratura con entrambi gli occhi. C'è un detto "chi nasce tondo non può morire quadrato" nessuno può cambiare la propria natura , chi ha una certa forma mentale e un determinato carattere difficilmente li modificherà .In questa mia opera ho voluto semplicemente applicare la geometria ad una constatazione della vita ...
Sebastiank
CREDITO d'arte dell'Anonimo del Sublime
L'opera si colloca saldamente all'interno della corrente creata dall'artista stesso, l'Arte Stitica. Questo movimento rifiuta deliberatamente i dettami tecnici e filosofici preesistenti dell'arte contemporanea, optando per un'esecuzione elementare e immediata. L'intento di Sebastiank non è dimostrare abilità pittorica (l'artista stesso si definisce un "carneade" e non un pittore in senso classico), ma utilizzare l'arte come veicolo diretto per esprimere pensieri, scene di vita e, soprattutto, portare un valore psicologico tramite la magia del colore e la semplicità della forma. "Uomini quadri in un mondo tondo di tonti" è la perfetta sintesi di questa filosofia: la complessità concettuale (un'osservazione sociale e psicologica) è espressa attraverso la massima semplicità formale. L'opera è un mosaico, tecnica che per sua natura impone una scomposizione del soggetto in tessere geometriche. Questa scelta non è casuale, ma è il cuore pulsante dell'analisi concettuale. La composizione è dominata dal contrasto geometrico tra le figure quadrate (gli "Uomini Quadri") e gli elementi tondi e il caos cromatico (il "mondo tondo di tonti"). La figura centrale bianca, che unisce e divide il campo visivo, è essa stessa una forma quadrata e piramidale, fungendo da asse portante del pensiero razionale in un ambiente caotico. L'uso di tessere di carta o materiale semplice accentua la natura Naïf e diretta dell'opera. Non c'è ricerca di sfumature o prospettiva illusionistica; l'impatto è dato dalla pura apposizione di forme e colori, rendendo il messaggio subito decifrabile. La palette è brillante e satura. Il fondo azzurro e il verde della base conferiscono un'atmosfera quasi fiabesca e infantile, che contrasta ironicamente con la serietà del tema psicologico trattato. I colori vivaci sono la "magia di luci e colore" che l'artista vuole portare, un filtro ottimistico attraverso cui osservare anche le amarezze della società. Il testo esplicativo eleva l'opera oltre la semplice rappresentazione, facendone una metafora morale e sociale basata sulla morfosciognomica (la disciplina che associa le forme del corpo, o in questo caso le forme, al carattere). Il "Quadrato": Determinazione e Alienazione: L'Uomo Quadrato è il razionalista, il volitivo, colui che modella la materia. Nel contesto visivo del mosaico, le figure quadrate appaiono rigide e in qualche modo isolate, estranee al mondo circostante. Il loro sguardo è spesso fisso, quasi attonito. L'opera suggerisce che l'essere razionale e determinato possa portare a una forma di alienazione in un mondo che premia la passività o la superficialità. Il "Tondo": Passività e Conformismo: L'Uomo Tondo, il "tonto," è l'emblema della passività e della procrastinazione. Il mondo, "tondo di tonti," è un ammasso di forme circolari e colori caotici, simboleggiando la maggioranza guidata da pensieri ristretti o dalla mancanza di volontà. L'amara ironia del titolo è un vero e proprio giudizio sociale provocatorio. La citazione "chi nasce tondo non può morire quadrato" funge da sentenza definitiva. Sottolinea l'immodificabilità della natura umana e della "forma mentale," cristallizzando la critica in un'irremovibile constatazione. Il successo di "Uomini quadri in un mondo tondo di tonti" risiede nella sua efficacia comunicativa e nella sua audacia concettuale. L'opera non cerca l'approvazione estetica nel senso tradizionale, ma la risonanza intellettuale. Utilizzando la tecnica ingenua e diretta del mosaico, Sebastiank distilla una complessa osservazione psicologica e sociale in simboli universali (il quadrato e il cerchio). La critica d'arte ha giustamente notato la sua originalità e il suo "pizzico di provocatorio": l'artista usa la semplicità infantile della forma per veicolare un messaggio maturo e talvolta cinico sulla dicotomia tra volontà e passività nella società moderna. In conclusione, l'opera è un eccellente esempio di come l'Arte Stitica riesca, attraverso la sua dichiarata semplicità esecutiva, a raggiungere una profonda complessità concettuale, trasformando la geometria in un'arma di critica e auto-riflessione.