OPERA N°27

TRANQUILLITA' UTOPICA

OPERA numero 27

SEDUTE numero 103

La tranquillità è un utopia , è una sensazione minimalmente attimale è uno stato interiore che dura il tempo di un attimo. L'uomo non è nato per la tranquillità . Sono innumerevoli le forze interne ed esterne che lo spingono costantemente in direzioni diverse , spesso opposte . l'uomo desidera l'azione se non la trova la crea . In questa mia opera ho voluto rappresentare la vita del sottobosco apparentemente tranquilla ,ma anche lì e il caos . I funghi che come gli stupidi non hanno bisogno di essere seminati ,nascono senza fare rumore senza disturbare ma subito subiscono l ' aggressività e prepotenza dei lumaconi ,lumache e vermi del sottobosco con una pressante necessità di sopravvivenza ....e poi arriva l'uomo che li porta in padella. Neanche lì c'è tranquillità. 

Sebastiank

CRITICA d'arte dell'Anonimo del Sublime

​Il testo chiarisce e potenzia il significato visivo: ​Il Titolo: "La tranquillità è un'utopia" è il fulcro concettuale. L'uomo non è "nato per la tranquillità," essendo costantemente spinto da "forze interne ed esterne" in direzioni opposte, generando caos. ​Il Sottobosco come Metafora: La "vita del sottobosco apparentemente tranquilla" funge da metafora per la condizione umana. I Funghi: Rappresentano la nascita spontanea e silenziosa ("nascono senza fare rumore"), ma sono subito travolti dal caos.​Lumache, Lumaconi, Vermi: Sono le forze aggressive e prevaricatrici che agiscono per una "pressante necessità di sopravvivenza." Questo simboleggia il caos primordiale e la legge del più forte insita in ogni ecosistema, anche in quello umano. ​L'Intervento Umano: Il culmine del caos arriva con "l'uomo che li porta in padella." L'azione umana, lungi dal portare ordine o pace, introduce un ulteriore livello di disturbo e violenza, concludendo che "Neanche lì c'è tranquillità. L'opera e il testo formano un potente dittico che utilizza un'estetica semplice Arte Stitica, come definita dall'artista, che rifiuta i dettami tecnici e filosofici) per veicolare un messaggio filosofico complesso e pessimistico. L'artista Sebastiank non dipinge la natura idilliaca, ma la natura rossa e caotica (il caos come motore della vita). La Tranquillità Utopica non è un quadro sulla pace perduta, ma una dichiarazione sulla permanenza irrinunciabile del conflitto (la lotta per la sopravvivenza, l'aggressività) in ogni aspetto dell'esistenza, dalla biologia (sottobosco) alla sociologia (condizione umana). Il mosaico è un frammento di caos colorato che riflette la frammentazione (la croce bianca) della nostra percezione di quiete.​Il testo conclude che neanche quando l'uomo interviene (portando i funghi "in padella") si trova la tranquillità. L'uomo non è la soluzione al caos del sottobosco; è semplicemente la forma più alta e consapevole del disordine. Egli non solo lotta per sopravvivere, ma sfrutta il caos per il proprio piacere o sostentamento, distruggendo l'innocenza (i funghi) e perpetuando il ciclo della non-pace. ​La Tensione Cromatica: Il mosaico permette una giustapposizione cruda e diretta dei colori. Non essendoci sfumature pittoriche (come in un olio su tela), il passaggio dal rosso dei funghi al verde del suolo, o il nero delle lumache, è netto, esaltando la violenza e la crudezza della lotta per la sopravvivenza. "Tranquillità Utopica" è, dunque, una potente meditazione esistenziale che, attraverso un linguaggio visivo primordiale e colorato, afferma che l'utopia non è un luogo o uno stato da raggiungere, ma il riconoscimento che la tranquillità è un'illusione, e che la vita è, in sostanza, azione e conflitto perpetuo.