
OPERA N°6

L' ACQUARIO
OPERA numero 06
SEDUTE numero 118
A volte nella vita ho la sensazione di sentirmi come un pesce fuori dell' acqua per il mio modo brillante di vivere forse perchè do l'impressione di vivere da squalo che sa difendersi mentre io adoro gli acquari cosi ordinati calmi dove regna la tranquillità.
L'acquario è un luogo magico dove è possibile immergersi in un mondo sconosciuto e allo stesso tempo familiare. Le luci soffuse, il silenzio rotto solo dallo scorrere dell'acqua e dai lievi rumori dei pesci rappresentano per me un'oasi di pace e serenità. Mi piace osservare i vari abitanti dell'acquario mentre si muovono agilmente tra le piante e le rocce, creando un'armonia perfetta. L'acquario è un luogo dove posso lasciarmi andare al relax e alla contemplazione, dimenticando lo stress della vita quotidiana. Proprio come un pesce dentro la sua teca, mi sento al sicuro e protetto, coccolato dalla bellezza del mondo marino.
sebastiank
CRITICA d'arte dell'Anonimo del Sublime
"L'acquario" (Opera numero 06, Sedute numero 118) Tecnica: L'opera visiva si presenta come un mosaico o una tecnica mista che ne rievoca l'estetica. La frammentazione dei tasselli suggerisce un'attenzione meticolosa e un processo lento, evidenziato anche dal dato "Sedute numero 118", che allude al tempo e alla pazienza necessari per la sua realizzazione. Cromia: I colori sono primari e vivaci: il rosso intenso dei pesci, il verde delle alghe e delle piante acquatiche, e il blu a tessere il corpo dell'acqua. Il contrasto cromatico tra i rossi e i verdi (colori complementari) rende i soggetti ben definiti e dinamici, nonostante la staticità del mosaico. Il testo che accompagna l'opera fornisce una chiave di lettura essenziale, trasformando la rappresentazione di un acquario in una profonda metafora esistenziale e psicologica. La Dualità e l'Antitesi: L'artista si definisce in un'antitesi tra due mondi: Il "Pesce fuor d'acqua": L'artista si sente un "pesce fuori dall'acqua" a causa del suo "modo brillante di vivere" che lo fa apparire come uno squalo (simbolo di forza, aggressività, e autonomia). Questo rappresenta la percezione esterna di sé, un ruolo che la società o la vita gli impone. Il Mondo Ideale (L'Acquario): L'artista adora invece gli "acquari così ordinati calmi dove regna la tranquillità". L'acquario diventa l'io interiore ideale, un luogo magico dove è possibile immergersi in un "mondo sconosciuto e allo stesso tempo familiare," un "oasi di pace e serenità."Il Rifugio e la Teca: L'opera esprime il desiderio di un rifugio protetto ("la sua teca"), un luogo dove potersi sentire "al sicuro e protetto, coccolato dalla bellezza del mondo," lontano dallo stress della vita quotidiana. L'acquario, nel suo essere circoscritto e controllato, non è visto come una prigione, ma come uno spazio di libertà contemplativa e di autenticità, in contrasto con il caos del mondo esterno. Il Processo Creativo e il Tempo: Il dato "Sedute numero 118" si lega perfettamente al concetto di rifugio e contemplazione. La creazione dell'opera, frammento dopo frammento, seduta dopo seduta, è essa stessa l'atto di costruire la propria "oasi di pace". Il mosaico, un'arte che richiede pazienza e tempo, riflette il silenzio e la tranquillità ricercati nel testo."L'acquario" non è solo un quadro di pesci, ma un'indagine sul Sé e sul bisogno umano di armonia e isolamento di fronte al tumulto della vita moderna. Sebastiank arte stitica utilizza la semplicità iconica dell'ambiente acquatico e la complessità tecnica del mosaico per esprimere una dualità profonda: la necessità di apparire come uno squalo (adattamento) contro il desiderio di vivere come un pesce in un ambiente calmo e ordinato (autenticità). L'opera e il testo lavorano in sinergia per invitare lo spettatore a riflettere sul proprio "acquario" interiore, quel luogo di "relax e contemplazione" essenziale per resistere alla pressione esterna.